Tuesday, February 22, 2011

LES DOCUMENTARISTES FRANCAISES

Ciao Ragazzi, scommetto che stavate pensando...ma gio ha smesso di pensare/scrivere? Si effettivamente sono in un periodo molto "pratico" ma se avete tempo e voglia vi consiglio la visione di alcuni film ambientati nella "Mia" Valsavarenche e Valli limitrofe.
I realizzatori di questi doc/film sono Anne ed Erik Lapied e vi rimando per la visione dei trailer dei film al loro sito http://www.lapiedfilm.com/

Per qualche dettaglio in più sulla proiezione dei film nuovi e la vendita di quelli degli anni scorsi vi aggiornerò, per intanto trovate tutti i loro contatti sul sito.

Vi ricordo invece per chi non l'avesse già fatto di vedere il trailer del film "In un altro mondo" all'indirizzo http://josephpeaquin.com/

A presto, Vi aspetto quest'estate, dopo aver visto i film, per VIVERE la natura in diretta,

JO VAGABOND

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Monday, January 18, 2010

LA VERA CREATIVITA' E LA CREATIVITA' VERA


DA "L'UOMO CHE CAMMINA" di Bobin Christian

L’uomo che cammina pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte. Coloro che ne seguono le orme e credono che si possa restare eternamente vivi nella trasparenza di una parola d’amore, senza mai smarrire il respiro, costoro, nella misura in cui sentono quel che dicono, sono forzatamente considerati un po’ folli. Quello che sostengono è inaccettabile.
FORSE NON ABBIAMO MAI AVUTO ALTRA SCELTA TRA UNA PAROLA FOLLE E UNA PAROLA VANA.

BUONGIORNO AMICI DEL BLOG, ho voluto introdurre il nuovo anno con queste spelndide parole non uscite dalla mia penna questa volta, ma anche VI RICORDO CHE IL 14 Novembre 2009 a Pantigliate è stata inaugurata la MIA PRIMA MOSTRA. IL TITOLO era "NOI" e i testi esposti sono quelli che vedere in questo blog al capitolo relativo.
Se volete sapere qualcosa di piu' sulla mostra o vedere filmati e foto cercatemi in FACEBOOK col mio vero nome GIOVANNI MAESTRONI, sono in VISTA importanti NOVITA' sia sul BLOG che su altri CANALI DEL NET,
A PRESTO, VI ASPETTO
GIO VAGABONG

Friday, April 03, 2009

L'Atto creativo...





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Friday, March 20, 2009

NOI

NOI
-CAPITOLO I-
LA VOCAZIONE
“QUANTO E’ IMPOSSIBILE AGLI UOMINI NON LO E’ A DIO”.
Hai mai sentito la mancanza di qualcosa (palco) o qualcuno (persona) che non hai mai avuto?
Io si, ognuno si credo.
Forse questo significa vocazione o chiamata?
Da quando abbiamo chiaro questo, sappiamo che a prescindere dalle forme,
La risposta
Sarà un Si.
Non lo abbiamo mai scelto era così da principio.
Non si può rispondere no o massi tanto..Non è una chiamata alla quale sono possibili più risposte, anche se alle volte desidereremmo che fosse così.
Siamo polvere nel vento e, alle volte, esso soffia talmente forte da non lasciarci addosso altro abito che il vero noi stessi, lontano anni luce da come ci “vendono” gli altri o da come ci siamo “venduti “ al mondo.
E questo alle volte ci lascia soli, ma veramente soli contro chi ci guarda,
ma allo sesso tempo con un enorme impulso impellente di dire o dare qualcosa al mondo,
o molto più semplicemente e non tristemente di
RISPONDERE A UNA VOCAZIONE.
Noi ci lasciamo tanto prendere dal “compiacimento agli altri”, parte di questa missione, che alle volte ci “perdiamo” in una parte o con una persona non nostri.
Io sono solo uno scrittore ed un cantante, penso che non posso fare altro.
Non sono un creativo , sono un artista.
Non vivo e non viviamo per lavorare,
Il nostro lavoro è vivere.
Alle volte siamo contesi tra la passione verso la nostra donna e la passione per l’arte.
E sappiamo che forse non si potrà mai eliminare questa contesa.
Alle volte la presenza di “contesa” è sintomo di “vitalitàdivita”.
Alle volte non ci sentiamo in orario o in tempo per questa chiamata ma speriamo che il “Signore della Vigna” ci accetti anche in ritardo.
-CAPITOLO II-
COME SIAMO
“MOI, JE SUIS UN ARTISTE”.
Nel nostro modo di essere spesso diamo l’impressione di sentire qualcosa in più degli altri ma non è così.
Spesso abbiamo solo una sensibilità diversa, spesso gli eventi intorno ci coinvolgono in maniera forte come se fossero accaduti a noi.
La nostra famiglia è il mondo.
Come lo era per qualcun altro.
Noi non riusciamo mai a lasciare qualcuno solo in effetti, che sia in compagnia o per via di un sentiero o di una strada,
piuttosto “abbandoniamo” o “dimentichiamo” un po’ il nostro corpo.
L’ ESPERIENZA ARTISITICA VERA
non è fare un’opera
ma è la vita stessa,
è vivere un po’ più vita degli altri,
per poterla raccontare.
Ma la nostra vita il più delle volte è stata ancora più interessante di come la raccontano.
Ci si riconosce infatti per le occhiaie, esse sono al di là di tutti i bei tatuaggi l’unico nostro vero segno e cimelio.
Parliamo molte lingue ma in fondo non ne conosciamo una e quella che parliamo è un misto!
Siamo di molti luoghi ma alla fine non siamo di nessuno,
sentiamo il mondo intero come nostra patria,
ma non sentiamo nostro un paese in particolare.
-CAPITOLO III-
LIBERI

“A NESSUNO SI PUO’CHIEDERE QUANTO E’ ALTO IL PREZZO DA PAGARE PER LA SUA LIBERTA’”
Siamo agili come un delfino, sinuosi come un felino, freschi come un novello vino.
Siamo liberi, a volte tanto liberi da non risultare molto raggiungibili ai più.
Alle volte pensiamo che questo significhi che abbiamo abbandonato qualche principio in campo religioso o morale ma non è così.
Non è che non crediamo in Dio ma l’arte è il nostro credo.
Ognuno di noi dovrebbe comunque rispondere alla domanda:
Ci interessano più le cose della terra o quelle del cielo?
oppure le cose veramente della terra sono anche del cielo?
Noi siamo convinti che un uomo veramente libero sia un segno del cielo in terra.

-CAPITOLO IV-
IL TEMPO

“OPRA MANENT, VERBA VOLANT”
Noi voltiamo lo sguardo verso l’orologio solo per…prendere un treno.
Noi, la nostra giornata incomincia dopo il mattino, o meglio non lo comprende se non come parte, come collegamento, alla notte.
Noi crediamo al tempo come cura, ma non quello passato tra quattro mura.
Noi cambiamo spesso il luogo dove siamo,
ma è come se il tempo rimanesse sempre fermo.


-CAPITOLO V-
IL VIAGGIO

“NIENTE PUO’ AVERE L’EFFETTO DI CAMBIARTI O FARTI CRESCERE COME UN VIAGGIO O UNA DONNA”
Noi non abbiamo “di dove posare il capo”
E,
che lo ammettiamo o meno,
credo che l’abbiamo sempre saputo.
Il lunedì disfiamo le valigie e il giovedì già le rifacciamo.
Noi che abbiamo sempre il singhiozzo per come ci riempiamo la bocca,
non sempre mastichiamo tutto.
Per questo ci muoviamo e non siamo mai nello stesso posto, passiamo le notti spesso in letti e luoghi e camere differenti o su un treno ma il sonno non ci coglie mai impreparati.
Noi siamo sempre di passaggio nei luoghi.
Questo è.
Il nostro bagaglio è sempre più piccolo ed è fatto molto di più di qualcuno che ci aspetta che di qualcosa da portare.
Riducendo sempre ad ogni viaggio rimaniamo alla fine noi, la nostra chitarra e niente.
Dietro il niente c’è però un bagaglio invisibile, non di case soldi e solidità ahimè ma..
Di esperienzaevita.


-CAPITOLO VI-
MISSING

“FIN DA PICCOLO DOVETTI INTERRMOMERE LA MIA EDUCAZIONE PER ANDARE A SCUOLA”
Sempre ci addormentiamo a mezza notte quando va bene, dormendo qualcosa meno di quanto ci sia bisogno.
Alle volte di questo “living on the edge”, fatto di molto vivere e molto amare, ne portiamo le ferite e sembriamo spaventati ma niente in questo mondo ci fa davvero paura forse.
Alle volte divoriamo e finiamo quanto gli altri non divorano, sempre viaggiando con qualche “debito” vs la società.
Alle volte ci chiedono perché non abbiamo hobbies o passatempo sportivi e non.
Lo sport e il movimento sono importanti per ogni uomo però spesso il nostro sport è la vita e sovente ci assorbe per intero.
Noi alle volte perdiamo quasi completamente la pazienza e il controllo ma non in senso negativo. Alle volte anche le nostre donne si incavolano perché durante l’amore ci escono nomi inopportuni ma non è perché abbiamo chissà quali doppie vite ma perché si scambiano spesso tranquillamente i piani creativo e reale,
buon segno che ci siamo lasciati andare completamente infine.
La nostra vita alle volte è una boccia di vetro; ma all’interno c’è una nebbia pazzesca.
Spesso le regole per noi non riescono a dirigere quanto invece le eccezioni.

-CAPITOLO VII-
LE COSE

“CERCATE IL REGNO DI DIO E I SUOI DONI, IL RESTO VI SARA’ DATO IN AGGIUNTA”
A livello di materialità, ahimè, non manchiamo di concretezza ma spesso non riusciamo a mirare direttamente alla fortuna economica anche perché abbiamo provato a volte esserci solo d’impaccio.
“I soldi sono la merda del diavolo”
La fortuna economica non ci insegue, ma il nostro talento ci segue sempre e non ci molla mai, facendo alle volte succedere le cose in un modo incredibile.
Nell’armadio abbiamo dalla chitarra, al violino, alle racchette da neve ed a volte li confondiamo.
“Ma che poche cose hai nel guardaroba?
Due camice e due paia di mutande, una addosso e l’altra che si asciuga. Di cos’altro abbiamo bisogno?”
GG Marquez Vivere per raccontarla


-CAPITOLO VIII-
NOI E GLI ALTRI

“DOVE DUE SONO RIIUNITI NEL MIO NOME, IO SONO”
Sembriamo pochi, ma dentro ognuno di noi ci sono parti così;
SIAMO MILIONI.
Milioni di cuori, anime, nervi e fegati che si contraggono tutte le volte in cui voi parlate di morti in conflitti come si trattasse di risultati di un sondaggio commerciale.
Il nostro cuore spesso reagisce così sia per il pianto di un bambino che nel vedere un vecchio stambecco che arranca nella neve in uno dei suoi ultimi inverni. Questo non perché diciamo che un uomo deve essere meno importante di qualcosa ma perché il creato ci commuove e affascina, nella sua sfida di vivere e fare il suo compito, tutto allo stesso modo,
enorme metafora delle difficoltà e vittorie quotidiane dell’uomo.
Talvolta sembriamo soli ma non lo siamo. Le solitudini vere si consumano all’interno dei vari nuclei sociali e famigliari; le persone che vivono sole hanno spesso una relazionalità molto elevata.
Noi alla fin fine otteniamo quasi sempre quello che vogliamo dalle persone e dalle situazioni, solo che spesso non vogliamo cose che gli altri notano gran che.
Certo sarà difficile farci parlare di calcio o enalotto ma non perché ci sentiamo di avere qualcosa in più ma perché sopportiamo abitualmente di fare tipi diversi di cose.
Per noi, per essere tolleranti verso gli altri,
è necessario prima tollerare e accettare quella parte non perfetta e alle volte un po’ ombrosa di noi.
La tolleranza e la buona relazionalità non sono mai nati dal sentirsi dei “giusti”.

-CAPITOLO IX-
LA NOSTRA GENESI

“I VOSTRI FIGLI NON SONO FIGLI VOSTRI MA DELLA VITA”
Da quando nasciamo non abbiamo una gran quantità di familiari.
Quasi tutto il mondo ci ama e ci dà in cambio affetto, tranne forse le nostre famiglie che spesso amano quel che non siamo. Il che non è mai sano.
Una parte di noi non si arrende mai però.
A noi,
continuamente il mondo ci fotte ma noi siamo bravi a fare finta di essere noi a fottere lui.
Noi non facciamo quasi mai a botte perché la nostra battaglia non è mai contro gli altri ma contro noi stessi,
o a favore della nostra propria vera natura che dir si voglia.


-CAPITOLO X- DOVE SCEGLIAMO DI VIVERE

“ANDAI PER I BOSCHI PERCHE’ VOLEVO VIVERE CON SAGGEZZA, SUCCHIARE TUTTO IL MIDOLLO DELLA VITA E NON SCOPRIRE IN PUNTO DI MORTE CHE NON ERO VISSUTO”. H.D. Thoreau
La realtà il più vicino possibile.
Essere più vicini alla natura e agli “ultimi della terra” non è un vezzo artistico.
Il più delle volte troviamo una vitalità e dignità indistruttibile e intramontabile in chi ama, soffre e vive.
La vita nella natura o negli slum di Bombay cos’hanno in comune?
Ci danno più senso del del reale.
Sentirci più veri ci fa sentire più vivi.
Il nostro dovere si espleta in questi luoghi e la nostra casa è dove si trova il nostro dovere.
Le persone che gli altri additano spesso sono i nostri migliori alleati e hanno sempre qualche sorpresa da offrirci.
Spesso ci troviamo bene su un traghetto, in barca o in aereo. Qui infatti siamo tutti uguali, o meglio più essenziali, e si annullano le differenze tra gli uomini.
La nostra vita alle volte manifesta il rigetto per il mondo che ci circonda, ma questo è solo un rigurgito della nostra sensibilità al brutto che alle volte ci invade ma che non cancella la nostra fiducia nel bene.
“Una volta mi chiesero perché prendevo il treno in terza classe. Risposi perché non c’è una quarta”.

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Friday, January 18, 2008


Buonasera e Buon Anno,

Giustamente alcuni amici anche in terra straniera mi chiedevano di aggiornare il post ormai con articoli un pò datati. Il più verrà dopo ma vorrei iniziare con due massime che potete liberamente commentare poi ci sentiamo per foto e approfondimenti.

"I don't think an artist has something more but something less"
"Non penso che un artista abbia qualcosa in più ma in meno"
Di Giorgio Michele (Chi è secondo voi?)

E l'altro tema è
"Good guys don't always wear white"
"Non sempre i bravi ragazzi sono vestiti di bianco"
In altre parole l'abito non fa il monaco e in questo periodo ce ne sarebbe da dire..

A presto per i Vostri Commenti!
Gio
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Monday, May 14, 2007

Poesia che mania?

Spero non pensiate che il blog stia diventando troppo poetico ma questi due pezzi mi sembra che valessero la pena..prossimamente si varia di nuovo..

Sono stato qualcuno o qualcosa?

What have I been?

Sono stato cielo e terra.

Sono stato onda e vento.

Sono stato acceso e spento.

Sono stato vivere e morire.

Sono stato amore e amare.

Sono stato calore e colore.

Sono stato libellula e sono stato cellula.

Sono stato valore e volare.

Sono stato rinunciare.

Sono stato perseverare.

Sono stato scegliere.

Sono stato non scegliere.

Sono stato affrontare,

Sono stato scappare.

Sono stato volontà,

Sono stato non volere.

Sono stato credere

E sono stato dubbio.

Sono stato io e te,

servo e re,

ma e se.

Sono stato si e no.

Sono stato tuo e mio. Sono stato Suo

Sono stato io.

Sono stato fonte e deserto;

Novello ed esperto.

Sono stato senso e insensato.

Sono stato amante e amato.

Sono stato tela e pennello.

Sono stato roccia e granello.

Sono stato brutto e sono stato bello.

Sono stato fede e sono stato anello.

Sono stato mantello.

Sono stato mulo e sono stato fardello.

Sono stato nemico e fratello.

Sono stato gemello e diversità.

Sono stato villaggio e città.

Sono stato sempre e mai,

Sono stato lei.

Sono stato i miei.

Sono stato con gli Dei.

Sono stato e sarei.

Ho voluto e vorrei.

Ho desiderato e desidererei.

Sono stato il freno e il volante.

Sono stato volente o nolente.

Sono stato tutto e non sono stato niente.

Sono stato deserto e fonte.

Sono stato suolo e sono stato terra,

Sono stato pace e sono stato guerra.

Sono stato molto e sono stato poco.

Sono stato brillante e fioco,

Acqua e fuoco.

Sono stato sale e sono stato insipido,

Nebuloso e limpido,

dolce e amaro,

Sono stato liscio e sono stato ispido.

Opaco e Vivido.

Purezza e libido.

Sono stato tuono

e sono stato silenzio.

Zucchero e assenzio.

Sono stato cascinale sono stato metropoli.

Treno e metropolitana.

Aeromobile e carriola.

Prateria e aiuola.


Alunno e scuola.

Ieri e ora.

Sono stato monte e altipiano.

Sono stato forte e sono stato piano.

Sono malato e sono stato sano.

Sono stato piede e sono stato mano.

Sono stato alba e sono stato tramonto.

Intelligente e tonto,

Brigante e Santo.

Poco e tanto.

Sono stato muro e passaggio,

Sole e raggio.

Ottobre e Maggio.

Concretezza e Miraggio.

Fermata e Viaggio.

Ignorante e saggio.

Io sono ora la lama di luce della lampada

Che taglia la testata del mio letto nell’angolo della

Stanza dove sto scrivendo.

Io compro, regalo e vendo.

Sono stato il vento e sono stato l’aria ferma d’estate.

Sono stato il sentiero nel bosco

e sono sono stato il cervo che l’attraversa.

Sono stato il tuo muscolo e sono stato il nervo.

Il padrone e il servo.

Io sono stato il canto rubato dal vento.

Sono stato meno e sono stato più,

sono stato abbastanza

e sono stato su.

Sono stato cowboy e sono stato sioux.

Sono stato sincerità e sono stato segreto,

Affranto e lieto.

Abetaia e Saliceto.

Accondiscendenza e veto.

Sono stato pigro e sono stato sollecito,

lecito e illecito.

Sono stato vigore e debolezza,

tormenta e brezza.

Sono stato pericolo e sono stato salvezza.

Sono stato manna e carestia;

Sono sveglio.

Ora Sono meglio?

Sono stato a te vicino e lontano un miglio.

Sono stato figlio.

Sono stato giusto e sbaglio.

Basilico e Aglio.

Le risoposte Le ho cercate,

parlando con amici, con nemici, con dottori o poeti.

Suore e preti.

Le ho cercate nel cielo, nelle stelle, nel deserto e….(nelle rotelle).

Ho cercato le risposte attaccato ad una parete di roccia,

nell’oceano ed in una goccia.

Ma la risposta non serve e non c’ è.

Solo corsa e cammino, sera e mattino,

acqua e vino;

il sorriso e il pianto,

il nero e il bianco

ma sempre tutto è un canto.

…..ed io non manco

perché quando lo sento non sono più

stanco.



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Wednesday, May 09, 2007

I belive

Inspired by..Elisa - Lotus - 01 - Hallelujah

I BELIEVE

Io credo che la creatività sia l’anima della vita.


Io Credo che nel momento in
cui si da la vita la si riceve

e niente che ci dicono stia nel mezzo esiste

veramente.

Io credo nel mandare avanti il cuore e l’istinto, respirando a pieni polmoni il vento

Ma sempre nel rispetto dei sentimenti altrui.

Io credo nell’amore che si dona e lascia liberi,

si vede, si tocca, non ha bisogno di parole.


Io credo al vento, all’acqua, alla terra, al fuoco.

Io credo e amo coloro che solitamente mi sono additati male.


Io credo che tanto più “il mondo” ti ostacola

Quanto più sei sulla strada buona.


Io credo che ci sia chiesta una testimonianza non del trionfo dell’amore ma del suo significato. punto.


Io credo nella gioia di muove
rsi verso il nuovo.


Io

credo nella incredibile

Irrazionalità-bellezza-improbabilità-indomabilità

Delle risposte della vita

Esse hanno il gusto di arrivare quando

La domanda non c’è più o non le riguarda.


Io credo che essere così può voler dire

Dare il sale,

sentire il sale,

essere un po di sale nell’oceano dell’universo.


Io credo al perdono come unica cosa al mondo

Che interrompe le catene.


Io credo che sia Dio a cercare l’uomo e non viceversa.


Io credo al silenzio.


Io ne ho paura ma alla fine cerco le persone e le esperienze

Che mi chiedono tutto.


Io credo che il giorno non venga senza la notte ne la primavera senza l’inverno.


Io credo alla naturale affettuosità e slancio

Dell’amore umano.

Io credo nella consapevolezza nell’abbandonarsi.

Io non voglio sapere il mio destino

Credo basterebbe sapere la nostra “missione”,

indipendentemente dal dove ci porta.


Io credo in una mano stretta in un’altra.


Io credo che la vita si alimenta con la vita

E che questo può avvenire in un gioco tra due occhi

o tra due corpi.


Io credo nel poter vedere, sentire, toccare, la vita con la vita.


Io credo in un abbraccio.


Io credo nel tenere un bambino in braccio.


Io credo nel sole, nel vento e che non

Siano disgiunti da quello che sento.


Io credo nel volo di un gabbiano sulla scogliera

Ma anche nel viaggio infinito di un albatros sull’oceano.


Io credo ai cavalloni del mare d’inverno.


Io credo nello stare sdraiati al tramonto in agosto

In un campo di grano, mosso dal vento

con una spiga in bocca.


Io credo alla trasformazione

Se ci porta più vicini a come ci eravamo sognati.


Io credo nell’utilità dei “periodi di tentativo”

In quanto credo che i boccioli meritino ammirazione

almeno quanto i fiori.


Io credo nel lampo prima del tuono.


Io credo nella “sensitività” umana

Che origina i suoni.


Io credo nell’onore che si umilia nell’amore.

Io credo che ogni tramonto o alba siano diversi.


Io credo nell’orizzonte, nel mare,

nella vista da un monte.


Io credo nelle dita, che stuzzicano una chitarra classica

Abbracciata ad una voce.


Io rimprovero il tempo perché “tallona” sempre i nostri sogni

Ma credo al tempo come cura.


Io credo in un abbraccio che ti scioglie

avvolge, sconvolge,

scalda, scioglie.


Io credo in un’orchestra dal vivo e in un microfono

Che chiede di raccontare qualcosa.


Io credo in un bacio a lungo rimandato

Ma poi tenero, violento,

lungo, assetato e che dura un giorno.


Io credo in un bicchiere d’acqua la mattina.


Io credo nell’andare a letto con la luna

e svegliarsi al Bacio del sole.


Io credo allo zucchero filato vermiglio delle nuvole

Stasera o ai cumulonembi grigi del temporale

Sulla collina.


Io credo che l’adrenalina sia la droga più potente

Del mondo.


Io credo che la vita non sia mai una partita perfetta

Ma che non ci sia niente di piu

Vitale che scendere in campo a giocare ogni mossa.


Io credo in un golfo delle cinque terre

Dipinto grossolanamente in un quadro a olio.


Io credo in una valigia, nel suono dei miei passi

E nel vento.


Io sono un ladro.


Io credo nel privilegio che ho avuto di viaggiare e vivere

Ma anche di alzarmi la mattina solo per il

Gusto di un suono, un colore,

un’immagine, una parola,

una suggestione.


Io credo negli accordi di una pianoforte e che chi è più o meno

Un artista non ha qualcosa in più

ma qualcosa in meno.


Io credo in tutto questo ed in una cosa almeno.

Voi.

Infatti.. la

“condivisione che moltiplica”.


Non Vi dimentico,

Buon tutto,

Grazie

gio


Quello che ho scritto si alimenta anche grazia alla musica, leggete se vi è possibile ascoltando questo link,comunque l'ideale sarebbe la versione cantata da Elisa di "Hallelujah":

http://www.youtube.com/watch?v=lBljOxJabzs

oppure se ancora attivo per sentire l'halleluya di elisa:

http://www.elisalotus.it/index2.htm



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